Stefania Quilici Gigli nella Carta archeologica di Tuscania ( Forma Italiae 1970) descrive dettagliatamente il tratto meridionale della via Clodia presso Tuscania, ancor oggi visibile fra la strada di Vetralla e le rovine di S. Pantaleo in tre monumentali tagliate;

La strada perveniva da sud-ovest al pianoro Giardinetto e scendeva, attraverso una tagliata molto scenografica, verso le rovine di S. Pantaleo; “la tagliata è lunga mt. 200 e profonda mt. 25 e nella sua metà superiore mostra in evidenza il suo lastricato, ora in brevi tratti ancora perfettamente a posto, ora ancora in sito ma deformato sul piano orizzontale dalla spinta delle terre retrostanti, ora completamente scompaginato e sparso”. Dalle rovine di S. Pantaleo la strada scendeva al fondovalle ed ai pianori meridionali con due suggestiva tagliate sul lato sinistro del fosso Pantacciano. Attraversata la valle, la via Clodia risaliva sulla parte opposta mediante un imponente tagliata riutilizzata ancor oggi dall’attuale strada per Vetralla. Superato il fosso Doganelle la strada raggiungeva il pianoro Quarticciolo per percorrere l’altopiano su un tracciato oggi riutilizzato dalla via sterrata detta dell’Ippodromo.

Nella discesa verso il fiume Marta la via Clodia attraversa le necropoli di Sasso Pizzuto e di Casale Galeotti; il forte dislivello fra il pianoro e il fondovalle viene superato con un percorso ad ampi tornanti e tagli nel vivo della roccia tufacea.

Al termine della discesa la via Clodia supera il fiume Marta incrociando l’attuale strada Pedrella, antica via che congiungeva Tuscania a Tarquinia, per proseguire quindi verso Pian di Vico in direzione di Canino. La penetrazione per Tuscania è ancora oggi ben visibile. Un diverticolo che ricalca la medesima via per Tarquinia si stacca in direzione di Colle San Pietro,

costeggia l’attuale depuratore per imboccare, oltrepassata l’attuale strada provinciale n.3, la via delle Crocette e dirigersi verso l’Acropoli etrusca dell’antica città. L’utilizzazione medioevale di questo tracciato della via Clodia è testimoniato da una Porta che si apriva nell’antico circuito delle mura della città. Percorrendo via delle Crocette il panorama si apre verso la basilica di S.Maria Maggiore e i ruderi del Rivellino

ed è possibile ammirare da vicino i dettagli decorativi dell’imponente abside della basilica di S.Pietro,

forse pensati dai costruttori dell’Alto Medioevo proprio in funzione del rapporto figurativo fra la via Clodia e la basilica. Al termine di via delle Crocette il diverticolo della via Clodia incrocia la strada che collegava le antiche Terme e gli insediamenti militari romani, stanziati nella pianura occupata oggi dalla città medioevale, con l’Acropoli prima etrusca, poi romana e medioevale. Il ramo che sale sul Colle San Pietro seguiva un tracciato utilizzato sia in epoca medioevale che moderna;

il ramo pianeggiante che entra nell’attuale centro storico di Tuscania è ben visibile per un tratto lastricato, oggi musealizzato, poco dopo i resti delle Terme romane.

La mappa rappresenta il tracciato della via Clodia e il diverticolo nell’area di Tuscania.