L’analisi accurata della cartografia antica e la documentazione aerofotografica del territorio ad occidente dell’Arrone, hanno permesso di individuare una fitta rete stradale secondaria. Focalizzeremo per ora l’attenzione su quattro tracciati viari etrusco-romani che passano per Cellere.

1. Una strada collegava Marta ed Ischia di Castro passando per Piansano e Cellere. La via viene anche riportata sulle carte dell’Ameti, del Mattei e dell’Almagià relative al XVII sec. d.C.. Il tracciato, ora scomparso, partiva da Marta e attraversava l’insediamento medievale di Castel Giraldo in cui è stata rinvenuta anche una necropoli etrusco-romana di una certa importanza. La strada poi toccava Piansano e raggiungeva Cellere passando per la zona della Gabbelletta fra Poggio Cricco e Prati di Mezzo a sud-est del moderno abitato.
Da qui il tracciato viario etrusco-romano arrivava ad Ischia di Castro attraversando il Fosso de la Fontana, il Fosso de la Valle del Forno ed il Fosso di Fontana Spadare, un territorio ricco di presenze archeologiche di età romana.

2. Una seconda strada collegava Tuscania, La Gabelletta e Cellere.
Anche tale tracciato è oggi scomparso; è però deducibile dalla cartografia antica e dalle foto aeree del 1944.
Nella carta redatta nel 1696 da Giacomo Filippo Ameti “Il Patrimonio di S. Pietro”, compare una strada che da Tuscania raggiunge direttamente Cellere senza passare per Arlena e Tessennano; essa si stacca dalla strada romana Tuscania – Piansano all’altezza di Casale Zenti per poi raggiungere la strada provinciale Piansano – Arlena all’altezza di Casale Haas dove fu ritrovata l’epigrafe funeraria di Ventedio Proculo.
L’esistenza di Cellere in epoca romana è testimoniata dal ritrovamento di numerose epigrafi dei magistri pagi e dall’addensamento di insediamenti rustici e necropoli, di cui abbiamo già accennato, attorno al sito della città.
Fra Cellere ed Ischia di Castro la cartografia testimonia anche l’esistenza di una strada, segnata anche dal Canina (1840), che raggiungeva la via della Doganella passando per le zone del Querceto e di Valle Piastrella, ricche di insediamenti rustici. Tale strada è stata individuata grazie all’analisi aerofotografica del territorio: un tratto di strada è stato rinvenuto nei pressi della Gabbelletta mentre su Poggio Cericotto esiste ancora una tagliata relativa al passaggio della strada antica. Lungo tale percorso si trovava anche il pagus dell’Acetina (Chiusa Farina) scavato nel 1913 da Giglioli che ha restituito materiali databili dall’età arcaica al III sec.a.C..

3. Una terza strada riportata sulle cartografie dell’Ameti (1696), già citata trattando dei possibili tracciati della Via Clodia, partiva da Tuscania ed all’altezza della Madonna del Cerro, si dirigeva verso Arlena passando per la Macchia di Tessennano, arrivava a Cellere passando per la Macchia della Valle Frascana, per poi proseguire verso Ischia di Castro. Un percorso simile è riportato anche dall’Olivieri (1802) e dal Cassini (1816) che descrivono una strada che da Tuscania passa per Arlena, Tessennano, Cellere e raggiunge Ischia di Castrro.

4. Una quarta strada è riportata dalla “Carta archeologica della Tuscia” redatta da Paolo Giannini. Tale percorso parte da Montalto di Castro, passa per Canino e Cellere per poi dirigersi verso Valentano, da qui la strada si biforca, un ramo sale verso Gradoli, l’altro si dirige verso Bisenzio ed il lago di Bolsena.