L’agro vulcente
La zona dell’agro vulcente presenta tracce di occupazione già in epoca protostorica; l’area era molto vivace economicamente e culturalmente; di ciò sono testimonianza reperti di una certa importanza portati alla luce a Saturnia, Pescia Romana, Orbetello; anche nei pressi di Cellere in località Valle Bellagamba sono stati ritrovati resti di un insediamento risalente allo stesso periodo
Con il passare del tempo le attività produttive come l’agricoltura e l’artigianato diventano sistematiche e gli scambi molto frequenti. Interlocutori privilegiati sono le genti nuragiche da un lato e quelle che abitano la Campania costiera dall’altro.
Anche se il quadro è dominato dalla civiltà di villaggio, le esigenze di comunicazione sembrano già quasi strutturali; è in questo periodo che si inizia a costruire quella fitta rete di strade che interesserà tutto il territorio della bassa Etruria; tale rete permetterà di collegare i siti più importanti alle campagne e di raggiungere più facilmente i centri dell’Etruria settentrionale.
Risale alla fine dell’VIII sec – prima metà del VII sec. a.C. la fondazione di alcuni piccoli siti, fra i quali con ogni probabilità Cellere, che completerà la rete a maglie già predisposta nei secoli precedenti : nello spazio di pochi chilometri e per tutto il territorio vengono a disporsi più nuclei insediativi che mantengono fra di loro una distanza costante di pochi chilometri; tale distanza definiva la sfera d’influenza di ciascun centro che variava in funzione della naturale varietà del paesaggio.
In questo momento di grande espansione per il territorio di Vulci si inserisce la colonizzazione Greca. Con l’apertura all’oriente il territorio di Vulci si arricchisce di altri centri importanti come Sovana, Castro e Pitigliano. Il processo continua nel VI sec. a.C. con la fioritura delle città e la nascita di nuovi centri.
Ciò è dovuto al dominio esercitato da Vulci su un’area così grande da richiedere. l’estendersi delle coltivazioni sia verso la costa che nell’entroterra ed il contemporaneo differenziarsi delle funzioni esercitate dai vari siti. Si assiste ad un notevole incremento demografico che porta una gran quantità di persone a spostarsi nei centri abitati interni ed alla realizzazione di opere di carattere civile come strade ed acquedotti.
Molti ritrovamenti testimoniano l’esistenza del sito di Cellere in questo periodo. In quest’area si segnalano almeno tre nuclei con ritrovamenti di materiali: il primo nei pressi della q.443 in loc. Monte Marano dove un piccolo insediamento è evidenziato da materiale d’impasto ed edilizio; il secondo ai margini settentrionali della località Antea; il terzo potrebbe appartenere ad un sito posto alla confluenza dei fossi Cassata e di Marano. Nei pressi del moderno abitato di Cellere sono state messe in luce almeno due tagliate che potrebbero fornire l’indizio per un’altra presenza arcaica. (cfr. tavola dei ritrovamenti)
L’estensione di tali insediamenti non si misura in ettari ma in frazioni di ettaro. I reperti raccolti sono soprattutto frammenti d’impasto, dove ad olle e ciotole si affiancano contenitori per derrate. Tali oggetti, datati VI – V sec. a.C., consistono nella zona di Antea in materiale d’impasto con olle, ciotole e laterizio pertinente ad un insediamento. Nella stessa zona, a circa 200 m più a sud sono stati individuati alcuni tratti di strada con tracce di solchi nel tufo; da questa zona parte una tagliata che tende verso la valle. In Contrada Monte Marano a nord-est dell’abitato attuale sono stati trovati frammenti di ceramica figurata di impasto rosso bruno e rosso crema di chiara derivazione attica, con olle, bacini a fascia, ciotole ed un peso da telaio, molto materiale edilizio e parte di un macinello in pietra vulcanica datati VII – VI e V sec. a.C.
Tali ritrovamenti sono riferibili ad una importante scuola di scultura della pietra e di ceramografia a figure nere ed a figure rosse che fiorisce in tutto il territorio di Vulci in questo periodo ed anche alle numerose importazioni di ceramiche corinzie ioniche ed attiche a figure nere e rosse.
I tre insediamenti intorno a Cellere avevano finalità essenzialmente produttiva, si trattava di piccole fattorie dedite alla coltura della vite, dell’olivo e dei cereali, favorite anche dalle superficiali formazioni tufacee che assicuravano uno spesso e fertile strato di humus.
Il territorio di Vulci viene investito poco dopo il 450 a.C. da una forte crisi produttiva, economica ed artistica che colpisce soprattutto la campagna; lo testimonia la scomparsa quasi del tutto delle sepolture. La ripresa economica e culturale si attesta già nel IV sec. a.C.; testimonianza di ciò sono le splendide sepolture rupestri di Sovana, la nascita di nuovi siti come Tessennano, e la crescita di piccoli nuclei urbani come quello di Cellere.
Avviene una notevole ristrutturazione dell’organizzazione delle campagne con la scomparsa di centri un tempo importanti come Castro e Pescia Romana ed un nuovo controllo del territorio da parte di Vulci.
E’ verosimile che risalga a questo periodo anche una nuova organizzazione della viabilità interna; di ciò tratteremo più avanti