La Via Clodia fu progettata per collegare Roma con l’Etruria nord-occidentale; fu realizzata probabilmente fra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C. contestualmente all’inizio della conquista romana dell’Etruria (280 a.C.).

E’ incerto il fatto che la Via Clodia possa essere preesistente alla dominazione romana. Con la conquista romana dell’Etruria venne certamente migliorata la viabilità di tale arteria che prese il nome di Clodia o Claudia.

Il tracciato ricalca sicuramente strade etrusche di collegamento fra i vari centri minori dislocati nell’entroterra; dall’individuazione delle antiche strade etrusche, in seguito riutilizzate dai romani, vogliamo comprendere il ruolo svolto e l’importanza avuta anche da piccoli centri come Cellere nell’ambito dell’organizzazione del territorio della bassa Etruria e ricostruire una possibile storia in cui i ritrovamenti etruschi nei dintorni di Cellere trovino una loro collocazione.

Non sembra che gli Etruschi siano stati dei grandi costruttori di strade; esse sono in genere scavate nella roccia con dei tagli (le “tagliate”) anche molto profondi per ovviare all’eccessiva ripidità e poter attraversare le alte gole di alcune regioni, hanno solchi predisposti per le ruote dei carri e su uno dei lati un canaletto che assicurava lo scolo delle acque. L’uso ed il tempo le hanno molto danneggiate ma ciò che è riconoscibile fa comprendere un sistema stradale piuttosto disordinato.

Il problema dell’identificazione del percorso del tratto settentrionale della via Clodia non è stato ancora risolto, cercheremo in questa sede di fare chiarezza sulle diverse ipotesi fatte e di mettere in evidenza i tracciati più probabili.