Dopo la conquista romana dell’Etruria
Nel IV sec. a.C. la politica estera di Roma, divenuta una potenza regionale, si capovolge per puntare alla conquista delle città etrusche del settentrione fino alla capitolazione di Volsinii e Vulci nel 280 a.C.
La via Clodia etrusca venne quindi profondamente ristrutturata dai romani fra la fine del III e gli inizi del II sec. a.C. con finalità di controllo del territorio conquistato. Di incerta identificazione è il nome del magistrato che ricostruì la via e da cui questa prese il nome (C.Claudius Canina, console nel 273, Claudius Russus console del 268, C.Claudius Centho, censore nel 225 a.C.). Non si trattò in realtà di una vera e propria nuova costruzione, ma di un adattamento e sistemazione di vari tracciati già esistenti e della costruzione di tratti di collegamento per rendere il tracciato più fluido:

una preesistenza che la via Clodia denuncia chiaramente col suo percorso tortuoso, che collega le città etrusche passando per pagi e aggregati minori.
La strada fu portata all’ampiezza di mt. 4,10, misura che si riscontra in quasi tutte le strade romane di grande comunicazione e lastricata con basoli in selce o di pietra calcarea e con crepidini spesso costituite da basoli. Dopo Saturnia è ipotizzabile la prosecuzione di un diverticolo per Roselle, una strada basolata di minori dimensioni larga mt. 3 e delimitata da due cigli di mt. 0,50 di spessore.
La conquista romana della costa tirrenica permetterà la costruzione della via Aurelia e comporterà il declassamento della via Clodia, che, opportunamente ristrutturata sarà destinata al collegamento fra Roma con i centri interni dell’Etruria meridionale e Saturnia, rifondata da Roma come nuova colonia. E’ in questo quadro che si spiega la funzione del tratto di via Clodia che snodandosi sulla riva sinistra dell’Albegna, collegherà Saturnia e Cosa e congiungerà la via Clodia con l’Aurelia.
In questa fase della romanizzazione dell’Etruria assistiamo alla decadenza delle città costiere di Cerveteri, Tarquinia, Vulci cui corrisponde uno sviluppo dei centri agricoli dell’entroterra; la via Clodia venne così a costituire l’asse mediano dell’Etruria meridionale, al fine di collegare fra loro i centri dell’entroterra.