Altre strade etrusche nel territorio ad occidente del lago di Bolsena
Interessa a questo punto del discorso allargare l’angolo visuale del territorio e focalizzare l’attenzione su tutto il sistema viario etrusco per comprendere come era organizzata, dal punto di vista delle comunicazioni, tutta l’area ad ovest del lago di Bolsena.
5. Una strada collegava Tuscania, Pitigliano e Sovana.
Dallo studio danese di Poulsen – Saxtorph – Skydsgaard, del 1977 e dalla Forma Italiae di Tuscania (Gigli Quilici,1970), si ricava il tracciato che da Tuscania, attraverso Fontanile di Montefiascone e Casale Ittari raggiungeva l’attuale provinciale per Piansano all’altezza di Casale Zenti. Nei pressi di Casale Itteri sono stati rinvenuti resti di una strada basolata e di un ponte romano. Altri tratti di lastricato sono emersi in località La Fonte e verso Monte Martello. Inoltre nei pressi di Piansano è localizzato il Pagus di Poggio Metino dove è stata rinvenuta un’epigrafe di Titus Aftorius. Da Monte Martello a Valentano il tracciato coincide quasi con quello della moderna provinciale. Da Valentano la strada passava per il pagus di Monte Rosso e per la zona di Casale Sconfitta passando per la zona di Santa Lucia ricca di presenze romane e quindi raggiunge Pitigliano passando per il pagus della Grascia.
6. Una strada collegava Tuscania con Valentano e Latera.
Per il primo tratto la strada coincide con quella esposta precedentemente. Da Valentano la strada proseguiva per Madonna dei Preti – San Martino, sede di un Pagus romano, raggiungendo poi Latera. Questo tracciato è ricco di presenze di età imperiale ed assume, a giudicare dal suo popolamento, un’importanza notevole nel II e nel III sec. d.C.. Alcuni studiosi avevano ipotizzato uno spostamento della Clodia su questa linea, proprio in virtù dei numerosi ritrovamenti romano – imperiali della zona; tale ipotesi però sembra priva di fondamento.
7. Una strada portava da Latera a Castro passando per Poggio Luce e Farnese.
Il tracciato corrisponde quasi per tutto il percorso a quello indicato dalla tavoletta dell’ IGM e riportato dalle tavole cartografiche del ‘600 e del ‘700. Da Latera la strada seguiva il percorso della provinciale per Valentano. Arrivata al pagus di San Martino, il tracciato si dirigeva verso Poggio Luce e Molino d’Ischia fino al convento dei Cappuccini di Farnese. Da qui la strada seguiva il tracciato corrispondente a quello dell’attuale provinciale per Manciano fino alla chiesa di Sant’Amico da dove seguiva un percorso antico noto già nel ‘500 e nel ‘600 con il nome di via del Calabrone fra Farnese e Castro ed oggi appena riconoscibile in una strada interpoderale sulla tavoletta IGM. L’antichità di questo tracciato per Castro (Statonia?) è confermata dalla presenza di due tagliate viarie nella zona di Chiusa La Gobba.
8. Una strada molto antica è quella che coincide in parte con l’attuale Via delle Doganella e che conduceva da Vulci a Statonia.
La strada attuale fra Montalto di Castro ed Ischia di Castro segue in parte questo tracciato antico. Dall’analisi delle foto aeree appare evidente un tracciato che da Vulci si dirige verso Monte dell’Oro, Poggio Olivastro, sedi di consistenti insediamenti romani. Dai monti di Canino la strada si ricongiungeva alla presunta Via Clodia in direzione di Castro. Ci sono poi tracce di un tracciato che dai Monti di Canino raggiungeva Ischia de Castro lungo la via della Dogana. Ciò è testimoniato di numerosi insediamenti lungo tale strada e dalla presenza di almeno due tagliate viarie antiche nella zona di Narciano, Sant’Ermete.
9. Più a nord numerosi ritrovamenti hanno fatto presupporre la presenza di una strada antica fra Farnese e Pitigliano. Tali ritrovamenti archeologici hanno interessato la zona di Santa Maria di Sala nella Selva del Lamone e, all’interno di questa, la zona di Pian di Lance, dove è stato trovato un grande insediamento romano, chiesa e cimitero altomedievale (scavi del Pellegrini,1898). La conferma dell’origine romana di tale tracciato è data dal rinvenimento di epigrafi funerarie a stele lungo il percorso della via del Voltone e di vari insediamenti presso questo casale. Tra il Voltone ed il Fontanile di Valderico esiste un pagus attorniato da resti di sepolture di età romana ed alto medievale. Da qui la strada, ora scomparsa, seguiva un percorso passando per la Castellina della Roccaccia, sede di un vasto insediamento romano, e poi, attraverso i pagi di Santa Lucia e La Grascia, raggiungeva Pitigliano. E’ poco probabile che una parte di tale tracciato coincidesse con il percorso della Via Clodia ipotizzato da Lopez Pegna per Arlena, Cellere Ischia fino a Saturnia; ma è fuori di dubbio che esisteva un percorso romano di una certa importanza che attraversava la Selva del Lamome, vincendone le asperità e le difficoltà di attraversamento.
10. Questo percorso attraverso la selva del Lamone, metteva in collegamento anche Castro e Pitigliano.
E’ il tracciato indicato dal Lopez Pegna per l’ultimo tratto della Via Clodia confermato, come abbiamo visto, dall’antica via di Semonte riportata anche dai dati catastali della città di Castro e confermata dalla presenza del pagus di Semonte.
11. Una strada di una certa importanza è quella che collegava Castro ed Ischia di Castro ed era nominata “di sotto le mura” nelle carte del ducato di Castro. Tale tracciato è ora scomparso ed attraversava la zona del Poderuccio ricca di presenze archeologiche e del Fosso di San Paolo, congiungendo con ogni probabilità la via Clodia con la via romana Valentano – Latera.
12. Un’ultima strada importante soprattutto in età arcaica, era quella che collegava Vulci e Tuscania.
Tale tracciato è stato studiato in modo esauriente dall’Istituto di topografia dell’Università di Roma (De Rossi, 1978) e dagli studi della Gigli Quilici (1970) e di Colonna (1970). Secondo Colonna la via passava per San Giuliano Vecchio e Pian di Vico, raggiungendo il diverticolo dell’Aurelia per Vulci al ponte Sodo attraversando la zona di Casale Sugarella o per la zona di Monterozzi e della Cuccumella. La Gigli Quilici identifica un percorso che da Monte dell’Oro per Casale Formica, Castel Grezzo, sede di un pagus di età arcaica, e Sorgente del Tufo, sede di una villa romana, andava in direzione di Tuscania passando il fiume Arrone o all’altezza del Guado Grande dopo aver attraversato il pagus di Valvidone, oppure al Guado Pescatorio passando per il pagus di Castel D’Arunte.