Il termalismo

Le acque calde vulcaniche del Monte Amiata sono all’origine del termalismo nella Val d’Orcia (bagni di s. Filippo), nella bassa Maremma toscana e nella Tuscia settentrionale; le sorgenti vanno inquadrate nel contesto di un sistema ambientale integrato ove si rende necessaria la delimitazione dei rispettivi bacini, l’indagine sulla consistenza delle falde. Fonti di acqua termale sono presenti lungo il corso del Fiume Fiora; fonti termali sfruttate per le loro proprietà benefiche e terapeutiche sono fin dall’antichità note a Saturnia e Viterbo (sorgenti del Bagnaccio, Bulicame, il Masso); recentemente anche a Sorano, in località s.Maria dell’Anima, si è costituito un Centro per il benessere mentre non ancora fruttate sono le acque termali di Musignano nel comune di Canino.
SATURNIA
Il piccolo paese sorge su un masso di travertino tra l’Albegna e lo Stellata. L’esistenza di un nucleo già nella tarda età villanoviana (VIII secolo a.C.) è documentata dalle numerose necropoli; incerto è il nome etrusco di cui conosciamo diverse versioni: Aurina, Aurinia, Urina. La città si sviluppò grazie all’influenza di Vulci nel cui territorio e nella cui orbita essa si collocava.
Fu assoggettata a Roma nel 280 a.C. di cui divenne colonia nel 183 a.C. Probabilmente collegato alla fondazione della colonia è il circuito delle mura in opera poligonale della III maniera; esse correvano lungo il ciglio di una rupe di travertino, oggi solo parzialmente occupata dall’abitato moderno.

Ai cittadini romani venne assegnato l’agro della colonia; dal 183 a.C. sembrano scomparire le attestazioni di una presenza non solo attiva, ma anche subalterna della cultura etrusca nell’intero territorio.
Il motivo per cui fu dedotta la colonia romana di Saturnia risiede nell’esigenza di rafforzare il controllo lungo una via di penetrazione per l’Etruria centrale secondo il il tracciato dell’antica Clodia etrusca. Forte è anche l’ipotesi del ripopolamento, visto anche il calo demografico dovuto alle guerre puniche. Posta all’incrocio fra la via Clodia e il fiume Albegna, Saturnia controllava la valle fino agli spartiacque a nord e a est, e tutto il territorio fino alla costa a sud ed ovest
Agli inizi del II secolo il territorio di Saturnia appare centuriato. L’orientamento della centuriazione (56°) è identico a quello delle centuriazioni di Cosa e Statonia (Castro) e fa pensare ad un progetto unitario. La collina su cui sorge Saturnia, domina tutto il paesaggio: la via Clodia che collegava Statonia (Castro) con Saturnia, con direzione sud-est/nord-ovest ne costituiva il cardine massimo; ancora visibile è il tracciato della via Clodia dal torrente Fiascone fino allo spartiacque fra questo stesso torrente e il fosso Quarquonia; resti di basoli si notano fra il fosso Gattaia e il fosso Salto nei pressi della città.
La via volgeva quindi verso il mare incontrava il cardine massimo correndo parallela al fiume Albegna, ripetendone l’orientamento (56°) e formando il decumano massimo lungo la riva destra dell’Albegna, fino a raggiungere la costa in corrispondenza di Cosa. Ad est la strada attraversava la città per raggiungere Corte Vecchia sul fiume Fiora.
La fama attuale di Saturnia è legata alle terme di acqua solfurea, che formano poco fuori dell’abitato, una serie di piscine calde naturali. Gli etruschi erano già a conoscenza delle proprietà curative delle acque termali di Saturnia e i romani ne fecero una stazione di sosta nel XII sec. È menzionata come castello aldobrandesco e centro termale; nel ‘700 la struttura si presentava con due complessi destinati uno alle donne e l’atro agli uomini. Nel 1978 furono create le basi dell’odierno complesso termale, con le strutture ricettive e di accoglienza.
I bagni nella sorgente che dà vita alle cascate del Mulino sono alla temperatura costante di 37,5°, in ogni stagione dell’anno sono ancor oggi gratuiti; il ruscello Gorello e la piccola sorgente le Caldine danno origine a pozze o piccole vasche nel quali immergersi anche di notte.
SORANO

La presenza delle sorgenti termali nell’Area del Tufo, nei pressi del centro di Sorano era nota fin dal medioevo quando fu costruita la Pieve di Santa Maria dell’Anima. Proprio sopra una delle sorgenti termali. Il luogo fu verosimilmente usato dagli Aldobrandeschi e successivamente dagli Orsini; solo recentemente una serie di lavori di recupero hanno portato alla valorizzazione delle numerose sorgenti e alla costruzione di un moderno Centro Benessere L’acqua è classificata come magnesio calcica e sgorga alla temperatura di 37,5°C è può essere fruita sia presso il Centro Benessere che liberamente lungo il ruscello minore.
La temperatura dell’acqua alla sorgente è anche in questo caso di 37,5° ed è classificata come acqua termale magnesio calcica.
MUSIGNANO
Musignano, ex abbazia cistercense, era la residenza estiva preferita di Luciano Bonaparte; dal 1853 il Castello è di proprietà della famiglia Torlonia che acquistò i beni di Luciano Bonaparte. A circa un km dal Castello esiste fin dall’epoca etrusca e romana un’area termale detta delle Cento Camere. Essa è costituita da un complesso rettangolare di mt. 20×40 che comprende due serie simmetriche di bagni. In seguito agli scavi del Bonaparte nel 1810, una delle numerose sorgenti termali che sgorgavano nella zona fu fatta raccogliere “ad uso bagno domestico”. Il complesso archeologico delle Cento Camere era probabilmente al servizio di un vasto centro urbano di tarda età repubblicana ed imperiale.
Nel P.R.U.S.S.T. era prevista la realizzazione delle Terme di Musignano, nel territorio del comune di Canino. L’iniziativa era sostenuta dalla s.p.a. Terme Etrusche di Musignano titolare della concessione mineraria per lo sfruttamento delle acque minerali.
E’ possibile collegare questa risorsa all’ospitalità turistica dei centri storici.
