Gli studi condotti dalla missione belga diretta da Franz De Ruyt nel 1964 e da Claire De Ruyt nel 1973 nell’area di Castro, hanno permesso di ricostruire in questa località, il tracciato della Clodia (fig.33) ed il suo transito attraverso il cosiddetto Cavone, una impressionante tagliata che permetteva alla via di giungere, con un sentiero lastricato in località Crocifisso posto ad est delle rovine della città rinascimentale di Castro.

Dall’ingresso sud della cava, in corrispondenza del Casale delle Mele Granate, dipartono tre antiche strade: la strada proveniente da Canino che identifichiamo con l’antica via Clodia; una strada verso il Fiora, in direzione di Vulci, che dopo la valle Farinata passa da una seconda cava , ed una terza strada per Ischia di Castro. E’ possibile che la meta di questa terza strada sia stata la città etrusca di Visentium.

Preceduta da un breve piazzale appare la via Cava di Castro. E’ una tagliata verticale di circa 300 mt. per mt. 20,50 di altezza con un camminamento di larghezza circa 4-5 mt.

La sezione dimostra che il livello originario della strada etrusca corrisponde agli aggetti che si notano 5 mt. più in alto della quota della via attuale.

Ciò spiega anche la posizione delle scritte etrusche che compaiono sulla parete, troppo in alto per essere lette dalla quota attuale della strada. Probabilmente la via etrusca doveva comportare un canale centrale per lo scolo delle acque che ha eroso nel tempo il terreno tufaceo determinando alcuni crolli.

Successivamente, forse in epoca romana, fu realizzata l’attuale strada ad una quota sottostante allargando la frattura e creando una sorte di volta interrotta al centro. L’attuale strada è di 4 mt. di larghezza costante e pavimentata completamente con blocchi di pietra bianchi e grigi, tagliati irregolarmente e di dimensioni variabili. All’uscita dalla tagliata una strada ben pavimentata conduce, attraverso il bosco, al ponte medioevale sull’Olpeta, purtroppo crollato. Il fiume può essere guadato con molta prudenza.

Al di là dal ponte su un pianoro in salita appaiono le tombe della necropoli etrusca orientale: si incontra una prima tomba etrusca con un lungo dromos ed un anticamera che dà su un colombario soprannominato “la tomba del bandito”; subito dopo si incontrano a sinistra le tombe scavate dalla missione belga del 1964: la tomba dei Bronzi, dove sono state ritrovate una serie di statue zoomorfe – leoni ruggenti, cavalli alati, arieti, una sfinge aptera a tutto tondo – realizzate in nenfro, datate ai primi decenni del VI sec. e visibili al Museo civico archeologico “Pietro e Turiddo Lotti” di Ischia di Castro e la Tomba della Biga, un cursus realizzato in legno di quercia rivestito da lamine di bronzo esposta al Museo archeologico di Viterbo.

Seguono la tomba delle travi o del Principe Massimo. Si giunge infine alla chiesa Crocefisso dove sono presenti “tombe a casa” fra le quali la Tomba del tetto displuviato o “a casa”, una derivazione della più comune tomba a dado.

Dalla Chiesa del Crocefisso, attraverso un sentiero in tufo, di recente realizzazione, si perviene alle rovine rinascimentali della Città di Castro, capitale del Ducato dei Farnese, demolita nel 1649 da papa Innocenzo X.

E’ ancora attuale la descrizione che ne fa George Dennis nel 1883: “Si entra nel bosco, non per aprirsi la strada sopra zolle erbose o foglie cadute, ma per arrampicarsi su cumuli di rovine, colonne spezzate, capitelli, ricche cornici, mescolate a resti meno pregiati. Attraverso queste rovine la vegetazione si è aperto a forza il cammino e a sua volta si accinge a cancellare i ruderi delle costruzioni che un tempo l’avevano soppiantata.

Nei pressi della rupe dell’antica Città di Castro, sul lato est dove scorre il fiume Fiora, sono visibili i romitori di Poggio Conte e di Chiusa del Vescovo, testimoni della storia profonda di questi luoghi.

Una seconda via cava, oggi parzialmente interrata, ma percorribile fino agli anni Sessanta del secolo scorso, saliva quindi a nord di Castro, fino al pianoro del Pianetto, dove sono stati rinvenuti tratti di basolato della strada romana.