Vulci
Insediatasi sul grande pianoro nella bassa valle del Fiora di fronte al Tirreno, Vulci mostra, fin dalla sua fondazione, la sua particolarità rispetto agli l’insediamenti collinari.

Tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro (X-IX sec a.C.) migliaia di abitanti si concentrano in pochi grandi pianori, limitrofi al Tirreno, ben difesi dai fiumi che incidono il terreno con impressionanti dirupi. I nuovi centri si sviluppano a partire dall’VIII sec., presentandosi ancora come villaggi di capanne distribuiti in modo discontinuo ed irregolare nella futura area urbana. Si forma un robusto potere locale in grado di imporre una nuova organizzazione del territorio; si viene a determinare una centralizzazione del potere nelle famiglie dominanti in grado di gestire e sfruttare la potenzialità di ambiti sempre più vasti, attraverso una forte gerarchizzazione degli spazi.

Nel corso del VII se. a.C. Vulci si struttura rapidamente come una metropoli con la cinta muraria e le porte, i quartieri residenziali, l’acropoli, le grandi aree sacre, gli impianti produttivi, le numerose imponenti necropoli, le vie di collegamento con l’interno. Il territorio governato fu assai vasto: si spingeva a nord fino al porto di Talamone, nell’interno fino alle pendici del Monte Amiata e al lago di Bolsena, laddove sorse la città di Visentium; a sud, il territorio era delimitato dal torrente Arrone.
Ancora non è stato a sufficienza sottolineato il ruolo svolto dagli etruschi nella nascita e formazione del concetto di città e del forte influsso che la fondazione di Vulci avrà sulla la storia europea; con gli Etruschi giunge infatti a compimento nell’Italia centrale un processo storico di concezione della città intesa in senso fisico ed in senso politico che avrà grandi riflessi nella storia della città. Vulci, per prima nella storia europea, non solo ha dominato ma ha politicamente unificato il comprensorio su cui governava.
Nelle vaste aree boschive ed agricole, si costituiscono, in modo organizzato dalla città dominante, nuovi centri minori cui spetta il controllo del vasto territorio. A giudicare dalle vaste necropoli che oggi ne ricordano la localizzazione alcuni di questi villaggi, in particolare quelli dislocati a guardia degli itinerari di comunicazione commerciale, Sovana, Castro, Saturnia, Poggio Buco, Pitigliano, Visentium, avamposto sul Lago di Bolsena,

assurgeranno al rango di veri e propri fiorenti centri minori. Fra questi centri periferici si interpongono siti più modesti cui spettano mansioni di controllo e di sfruttamento di un agro ormai troppo distante dal centro egemone. Analogamente Vulci esercita uno stretto controllo della costa; al porto di Regisville alle foci del fiume Flora, si affianca l’insediamento di Pescia Romana che permette a Vulci di consolidare il controllo della via litoranea fino ad Orbetello e Talamone.
Fra i grandi centri costieri, i villaggi importanti e i siti periferici, si stabiliranno regole di organizzazione gerarchica. La convivenza fra comunità all’interno dello stesso contesto, la città ed i villaggi da essa dipendenti, determinerà lo sviluppo di strutture di mediazione politica ed amministrativa, di compartecipazione al potere e all’organizzazione della città e del suo territorio.
Parallelamente nel corso del VII sec. si registra una decisa crescita dei commerci marittimi ed un integrazione dei gruppi dirigenti della città di Vulci con le grandi civiltà marinare del Mediterraneo.
La via Clodia sarà l’infrastruttura principale di organizzazione di questo territorio e di collegamento di Vulci con le altre città etrusche del Lazio meridionale.