Daremo in questo paragrafo alcune indicazioni circa il ritrovamento di resti delle strade etrusco-romane descritte; chiaramente queste indicazioni non avranno nessuna pretesa di completezza ma vogliono costituire uno spunto per approfondimenti successivi.

Per quanto riguarda il probabile tracciato dell’antica Via Clodia, Tuscania – Castro – Saturnia, già la Gigli Quilici nella Forma Italiae di Tuscania segnala un tratto di strada romana che staccandosi dalla provinciale Tuscania-Canino all’altezza del km 1,7 si dirige verso il fosso Caprino attraverso le zone di Polledrara e Sterpaglia. Di qui la strada attraversa con un taglio nella roccia la valle del Fosso Pian di Vico ed arriva nei pressi di Canino e più esattamente fra Canino e le colline chiamate Monti di Canino ad ovest del borgo. Qui si troverebbe la stazione di Maternum indicata nella Tavola Peutingeriana a 17,7 km da Tuscania ed a 26,5 km da Saturnia, tale identificazione è confermata anche dal ritrovamento di resti di uno stabilimento romano. Canino è al centro di una delle quattro zone di concentrazione degli insediamenti rurali romani; infatti a pochi chilometri si trovano le rovine delle Terme romane dette delle “Cento Camere” ed a nord ovest del nucleo urbano sono stati trovati resti di un abitato e di una necropoli di epoca imperiale romana.

Nei pressi di Canino è situato il pagus di Castellardo; la Clodia dovrebbe proseguire proprio in questa direzione passando per il ponte d’Ischia. Tale zona fu bonificata fra le due guerre, ma ha conservato indizi della via antica: sulle foto aeree compaiono tratti di strade fra il podere 25 ed il podere 15 dell’Ente Maremma e tra il podere 1 e lo Strozzavolpe nei pressi della Villa romana della Selvicciola. Di qui le tracce riprendono dal Casale delle Mele Granate e la strada raggiunge Castro-Statonia attraverso la tagliata della Cavagrande tuttora conservata con una iscrizione etrusca su una delle pareti tagliate nel tufo.

A nord di Castro una tagliata conduceva al pianoro del Pianetto dove sono stati trovati tratti di lastricato romano oltre a sepolcri ed insediamenti rustici; di qui sono possibili due tracciati: uno per i piani di Morrano attraverso Campo La Villa dopo il Ponte di Sterzano convalidato dal ritrovamento di una strada basolata a Campo La Villa, l’altro passante per ponte S.Pietro, dove sono stati ritrovati tratti lastricati, in direzione di Saturnia in linea retta, escludendo l’abitato di Poggio Buco. A Saturnia, ultima stazione della Clodia, la strada entrava in città dalla Porta Romana a sud. Di tale tratto è conservata perfettamente la pavimentazione ed i tagli laterali.

Per quanto riguarda invece il secondo possibile tracciato del tratto settentrionale dell’antica Via Clodia, Tuscania – Arlena – Tessennano – Cellere – Ischia di Castro, resti di un antico basolato stradale sono rilevabili nei pressi Arlena, tra le località <Aranella> e <Fosso Secco>; altri resti si trovano tra i centri abitati di Arlena e Tessennano.

E’ importante ricordare che anche nei dintorni di Cellere sulla direttrice che conduce ad Ischia di Castro, in località Antea sulla quota 379, sono stati individuati alcuni tratti di strada con tracce di solchi nel tufo; da questa quota parte una tagliata che metteva in comunicazione il piccolo insediamento con il fondo valle; inoltre sulle propaggini meridionali della stesa località, di fronte al moderno abitato di Cellere, è stato individuato un complesso di tagliate che conducono al pianoro soprastante. Due di queste sono state seguite: una conduce da quota 334 a quota 285; l’altra circa 100 metri più a nord. (cfr. tavola sui ritrovamenti).

La presenza di queste grandi opere fa pensare che a valle della collina su cui sorge Cellere doveva passare in epoca etrusca una strada di una certa importanza e che l’abitato soprastante deve essere stato, in un periodo della sua storia, anche piuttosto popoloso. Ciò è testimoniato anche dalla presenza di altre importanti tagliate che interessano la dorsale parallela a quella che da Monte Marano arriva fino a Cellere: si tratta della zona de La Selva e di Poggio Cericotto. Sul pianoro de La Selva, in prossimità di quota 404, si evidenzia la presenza di almeno due tagliate site lungo il pendio stesso dell’insediamento che mettevano in comunicazione il pianoro con la valle sottostante.

Un’altra importante tagliata è quella di Poggio Cericotto che mette in comunicazione il fondovalle con un ampio pianoro sul quale è situata l’area di rinvenimento dei materiali di un ampio insediamento etrusco.